venerdì 15 luglio 2011

Le limitazioni riccionesi ai referendum

Lo Statuto del Comune di Riccione, come ormai tristemente noto, pone delle stringenti restrizioni nei casi in cui non è ammesso il ricorso a referendum locali. Il Comune di Rimini, confinante e gestito dalla stessa compagine politica, non ha praticamente restrizioni se non quelle, ovvie, di rispetto di norme di legge gerarchicamente più rilevanti.
Ecco in cosa il Comune di Riccione, ha ritenuto di tutelarsi dal ricorso al sacrosanto Diritto di Partecipazione:
  • provvedimenti inerenti l’assunzione di mutui, o l’emissione di prestiti;
  • gli atti di gestione adottati dai Dirigenti;
  • gli atti per i quali è già iniziata la procedura di attuazione o di esecuzione e comunque i provvedimenti che hanno fatto già nascere a carico del Comune obbligazioni nei confronti di terzi;
  • gli atti concernenti la salvaguardia dei diritti delle minoranze consiliari;
  • i provvedimenti inerenti la concessione di contributi od agevolazioni;
Ad esclusione degli "atti concernenti la salvaguardia delle minoranze consiiari" che appare più un arzigogolo populista che non qualcosa di serio, gli altri punti "unici e originali" sono palesemente una violazione del libero diritto di partecipazione. Norme tese a garantire una gestione autoritaria nei settori strategici dove, statisticamente, si operano le pi importanti movimentazioni di danaro.
Subito salta all'occhio quel primo punto che ci ricorda il prestito INFRUTTIFERO di 1 milione di euro concesso alla GEAT e prorogato di anno in anno. Il secondo punto poi è assolutamente inutile perchè a "domare i Dirigenti" ci pensa la Corte dei Conti senza scomodare i cittadini. Ma il terzo punto è quello che consente ai "saggi" chiamati a discutere sulla ammissibilità di un referendum, di poter praticamente scludere tutto ciò che non è gradito. Di fatto una procedera di attuazione, che si interpreta come l'inizio di un procedimento (così come definito dal Testo Unico degli Enti Locali) è attivata anche da una semplice lettera protocollata. Quindi, anche senza ricorrere ai più altisonanti "obbligazioni nei confronti di terzi", i "saggi" possono bloccre qualsiasi proposta di consultazione popolare. QUALSIASI!!!
Le conclusioni sono conseguenti: A RICCIONE E', DI FATTO E DI NORMA, PRECLUSO IL DIRITTO DI PARTECIPAZIONE, grazie a questi originali e tipici salvagenti della folkloristica dittatura politica arciunisa.

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