lunedì 11 luglio 2011

NO AL TRC - I PERCHE’ DEL DISSENSO

Anche se TUTTE le opere di trasporto pubblico dovrebbero avere numerose argomentazioni a favore, soprattutto in merito di salvaguardia ambientale e viabilità, ecco perché il comitato del No al TRC, nonostante veda sempre di buon occhio uno sviluppo sostenibile e moderno del trasporto pubblico, si schiera decisamente e fermamente CONTRO questa scelleratezza.

3 BUONI MOTIVI PER NON FARE IL TRC

1. INUTILE: è poco fruibile perché non collega nulla. 

Nessun punto di interesse tra i vari Nuova Fiera, Palacongressi, Aeroporto Fellini, centro storico, Centergross, impianti sportivi, Scuole, discoteche, parchi, prefettura, palazzo di giustizia, ecc.ecc. si trova nelle vicinanze delle stazioni progettate. Dei 12000 viaggiatori previsti sulla tratta (nel businessplan si prevedono 5.000.000 di persone all’anno, quando l’aeroporto Fellini, peraltro NON collegato al TRC, ne fa a malapena un milione, il ché é tutto un dire!) ne accontenterà quindi e a malapena qualche centinaio, e probabilmente solo quelli che normalmente già oggi si spostano da Riccione a Rimini in treno o in autobus perché lavorano in prossimità delle stazioni.

Quindi NON RISOLVE NEMMENO IN MINIMA PARTE IL PROBLEMA DEL TRAFFICO E, DI CONSEGUENZA DELL’INQUINAMENTO.Va da se che se nessuno troverà vantaggio nel usare il servizio, poiché non porta a un miglioramento dello stile di vita, tutti continueranno a continuare nelle abitudini quotidiane di usare l’automobile. Infine non va trascurato che essendo un mezzo sostitutivo della linea 11 (che oggi ha 54 fermate lungo il tragitto da Riccione a Rimini) con le sue 15 fermate renderà le cose ancora più scomode e difficile per chi già oggi usa il mezzo pubblico, di fatto obbligando una parte di utenti a rivedere le proprie abitudini.

2. ANTIECOLOGICO: l’impatto ambientale é del tutto sproporzionato rispetto al risibile servizio fornito.

Centinaia di pini secolari sradicati, espropri, cementificazione. In aggiunta presenta punti di criticità e pericolosità elevati. In primis il tratto a una sola corsia e un mezzo alimentato a motore ibrido elettrico e diesel di antica concezione.

3. ECONOMICAMENTE SCELLERATO:  uno scandaloso sperpero di risorse pubbliche. 

Si calcola che ad oggi, a lavori ancora non iniziati, si parla di 15.000.000 di euro spesi in progetti e consulenze. Altre decine di milioni saranno sperperate per un’opera che non ha i benché minimi requisiti di sostenibilità di bilancio, un pozzo senza fondo che dovrà essere colmato da noi cittadini) in considerazione delle gravissime lacune nella viabilità interna alle città, dove buche, marciapiedi, incroci, crepe, riprese sopraelevate, tombini profondi e dislocati a caso nel centro della carreggiata, dossi artificiali troppo alti e invisibili di notte sono il pane quotidiano di noi cittadini. Nonostante un cospicuo finanziamento europeo l’aggravio sulle finanze locali è insopportabile in un’ottica di priorità e di contingenza economica drammatica.

Per contro bisogna segnalare che sarà garantito il monopolio delle partecipate, la lottizzazione delle poltrone nei consigli di amministrazione, l’elargizione di soldi a palate per progetti preliminari, consulenze e incarichi fantasma disegnati ad hoc per i trombati del partito (la solita storia). E’ garantito il perpetuarsi ciclico della distribuzione di piaceri e raccomandazioni. Se è vero che l’esperienza insegna, è il caso di dire che gli allievi (noi cittadini) abbiamo superato i maestri nel valutare i benefici a cascate per il popolo dei faccendieri della politica concepita a proprio uso e consumo.

UN PO’ DI NUMERI

La Provincia di Rimini ha recentemente reso noto i risultati di un’indagine sulla mobilità. Sono stati sciorinati numeri che, solo nelle intenzioni, avrebbero dovuto convincere anche i più scettici dell’importanza della, impropriamente detta, metropolitana di costa.
In realtà è noto che i dati statistici sono interpretabili in molti modi diversi, e ognuno è libero di addomesticarli ai propri intenti per giustificare scelte politiche.
Per non ripetere lo stesso errore fatto dalla Provincia, noi diamo per buone le interpretazioni provinciali stesse e, in particolare, quelle riferite al traffico passeggeri tra Rimini e Riccione che attualmente viene sviluppato attraverso la SS16, la A14, il servizio Ferroviario e quello pubblico di autobus, filobus ecc.

La Provincia quantifica in 7.000 passeggeri circa il traffico giornaliero tra Riccione e Rimini, che salgono a 12.000 nel periodo estivo. Il dato di per sé indica solo una cosa certa, e cioè che l’attuale sistema di mobilità è assolutamente inadeguato. Non servono costosi studi di analisi per confermalo, basta prendere l’auto e andare a Rimini, o viceversa, e contare le imprecazioni che usciranno dalla nostra bocca ad una media di circa due ogni chilometro.
Bene, dobbiamo comunque raffrontare questo dato con altri elementi per poter capire se il TRC può essere una soluzione adeguata o se, piuttosto, non siano auspicabili interventi diversi, più efficaci e meno invasivi (sia per le casse dei comuni, sia per l'ambiente che questa amministrazione stà entrambi desolatamente depauperando). E quindi compariamo e mettiamo a confronti diversi studi.

Il 30,8% dei riccionesi si sposta quotidianamente verso un altro comune della provincia (non consideriamo coloro che si spostano in altre parti d’Italia perché dubito che troverebbero giovamento dal TRC). La percentuale corrisponde a circa 11 mila persone che usano questi mezzi di trasporto:

- 5.200 usa la propria auto come guidatore
- 1.500 usa l’auto ma come passeggero
- 1.000 sono scelgono le due ruote a motore e 1.000 a pedali
- 200 il treno (!)
- 300 usano lo scuolabus o un mezzo aziendale
- 781 il mezzo pubblico (autobus, filobus, navette).
Il restante al totale usa mezzi vari non meglio specificati (moscone, monopattino, mongolfiera, aereo privato ecc.)

Oibò, il confronto tra il dato generale* e quello analitico tolgono un po’ di smalto all’erigendo TRC.
*(Fonte: Osservatorio sulla mobilità - La mobilità per studio e lavoro nella provincia di Rimini - anno 2005)

Il buon senso impone di attuare politiche che sempre di più incentivino la diminuzione del numero di coloro che usano l’auto. Per fare ciò è necessario che il servizio pubblico serva i cosiddetti ”poli di attrazione”, quei luoghi cioè meta dei passeggeri riccionesi. Pur non avendo i dati numerici alcune tavole ce li elencano:

- Poli scolastici, fiere, aeroporti e porti, aree commerciali e industriali, ospedali e case di cura, centri sportivi, sedi lavorative, zone residenziali (a Riccione abbiamo Fontanelle, Paese, San Lorenzo, Parco, Riccione 2, Marano, ecc.)

Come, detto, non ci sono numeri che indichino le ripartizioni per i poli di attrazione, ma abbiamo comunque alcune certezze: in auto si arriva ovunque, col mezzo pubblico molto meno e col TRC solo in stazione o poco più. Non si pecca di esagerazione al ribasso quindi indicando in un centinaio di persone quelle che regolarmente effettueranno pendolarismo col nuovo mezzo di costa.
Se poi, si analizza l’utilità per il servizio urbano, il quadro è ancora più desolante. Il solo fatto che attualmente i gran parte di viale Rimini e viale Portovenere (più o meno il tragitto del nuovo TRC) non siano serviti da alcuna linea Tram è indicativo della richiesta pari a zero di spostamento da quelle zone. Le brave persone che pensano con responsabilità a rendere più vivibile la nostra città, con meno caos, con maggiore opportunità di spostamento e con la salvaguardia di quel poco di verde scampato alla mannaia del Comune, studierebbero (gratis) alternative credibili. Tutto il resto è cattiva gestione della città.

Nota: I dati poi sono riferiti agli spostamenti da Riccione verso l’intera area provinciale. Se si selezionasse solo Rimini la lettura sarebbe ancora più drammatica. Bisognerebbe togliere l’importante polo scolastico di Morciano e quelli artigianali/industriali di San Giovanni in Marignano e Verucchio. Insomma si farebbe prima a contare i possibili interessati per alzata di mano.

TRC: LA STORIA DI UN’OPERA DEVASTANTE

1995: inizia la storia;
27 maggio 2005 il CIPE delibera
*18 agosto 2011: inizio lavori primo tratto **
Spesa in consulenze e studi di fattibilità dal 1995 ad oggi: circa 15.000.000 euro;
Costo stimato per i Riccionesi per il primo tratto dell’opera : 3.835.385,00 euro*;
Costo a carico della regione: 7.746.853,49 euro ***;
Passeggeri previsti dal businessplan: 5.000.000/anno

* Fonte Delibera CIPE 2005;  ** Sempre che il referendum non ottenga una sospensione; *** Sempre soldi dei cittadini

3 commenti:

  1. vergogna al trc!!la statale è sempre bloccata e le fogne a mare!!!!no al trc no no no no no no no

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  2. Se una piccola parte di quei soldi fosse dedicata alla tram per acquistare mezzi meno inquinanti e migliorare il servizio tutti ne gioverebbero e tanti soldi rimarrebbero per tante altre opere, pensiamo solo hai marciapiedi modello pista da cros che fanno tanto "DIVERTIRE" disabili e famiglie con passeggini per i bambini. E poi quante persone del posto lavorano sulla linea costiera o ci abitano? La linea sarebbe solo per pochi privilegiati, la maggior parte delle persone dovrebbe usare mezzi propri per raggiungere la stessa trc (doppia spesa). COMPLIMENTI A QUEI FURBONI CHE SI STANNO INTASCANDO MIGLIONI DI EURO. LE CASTE DEI POTENTI SONO OVUNQUE.....

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  3. Dobbiamo combattere fino alla fine, il trc non si deve fare! mai! restiamo uniti! NO TRC!!!!!

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