venerdì 23 dicembre 2011

"Sconfortante!"

Citiamo integralmente un post tratto dal sito FB di Alberto Nardelli, ne vale veramente la pena!


Sconfortante! E' questo il laconico giudizio che mi viene di dare, senza stare troppo a pensarci, sulla seduta del Consiglio Comunale di Riccione di ieri sera, (che ho interamente seguito in streaming). Non vorrei sembrare offensivo o troppo irriverente, anche se a pensarci bene, in realtà, dovrei essere io e tutti i riccionesi che hanno seguito i lavori ed ascoltato gli interventi - soprattutto quelli che si sono succeduti, sotto l'effetto compulsivo della sindrome di Pavlov, dai banchi della Maggioranza, a doverci sentire fortemente offesi. Offesi per la superficialità, l'improvvisazione e l'assoluta sciatteria a cui, ascoltandoli, siamo stati costretti ad assistere. Immagino e condivido il fatto che per decidere di fare politica e assumere un incarico pubblico, legittimamente e democraticamente eletto, non debba essere necessario essere dei grandi oratori e meno che meno degli intellettuali "gramsciani" della politica. Immagino e concordo che i valori, le responsabilità e l'impegno debbano essere, loro sì, le leve della differenza. Ma santo Dio, non è possibile né accettabile dare quello sconfortante spettacolo a cui ho assistito ieri sera. Uno spettacolo impietoso. L'italiano fatto a pezzi, massacrato sul tagliere dell'improvvisazione e della impreparazione. Interventi buttati lì, senza capo nè coda. Solo riottosi. Drammaticamente sgrammaticati, dispersi nella nebbia di una improbabile e accoltellata sintassi, abbandonati alla deriva della ricerca della banale e stupida frase ad effetto. Per giunta sbagliata, quindi ridicola. Un avanspettacolo da teatro di periferia. 

Non è accettabile che chi siede in un Consiglio Comunale, a rappresentare la propria città e il suo decoro istituzionale, non senta la necessità di prepararsi a dovere. Non senta il bisogno di attrezzarsi a risolvere le proprie inadeguatezze e umane fragilità. Esponendosi così malamente al ridicolo e alla gazzarra della commiserazione. Parlare in pubblico e a braccio è esercizio assai difficile anche per i più avvezzi oratori. Che infatti, preparano i loro interventi, con appunti e scaletta. Alcuni consapevoli della loro difficoltà, li leggono. Un gesto di assoluto e garbato rispetto verso chi ascolta o chi deve ascoltare. Lo stesso Nazareno, che, grazziaddio, gode di una ottima capacità oratoria - cosa di cui qualche volta purtroppo approfitta, esagerando - non l'ho mai visto intervenire senza brandire in mano il foglio dei suoi appunti.

E' davvero intollerabile solo pensare che l'immagine che questi improbabili consiglieri dalla grammatica accartocciata e dal linguaggio improvvisato e latitante, diano la sensazione di essere lì per caso. Di passaggio. Distratti, purtroppo e a loro insaputa, da altre faccende o da altri impegni, che sembra possano considerare meno gravosi oltre che assolutamente meno noiosi.

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