lunedì 19 marzo 2012

Le pulci al bilancio

Pubblicata su Facebook da Alberto Nardelli il giorno lunedì 19 marzo 2012 alle ore 14.56

Sintetizzare le complesse articolazioni di un Bilancio comunale è molto difficile. Si rischia inevitabilmente la superficialità e l’incomprensione. Ma, senza con questo voler ridiscuterlo in ogni suo ambito o capitolato, (impegno che spetta a chi siede nei banchi del Consiglio comunale), coglierne, tra gli aspetti generali, alcuni di particolare significato potrebbe avere un senso. E io provo a farlo. Il Bilancio 2012 che, stasera la Commissione bilancio, e poi infine il Consiglio comunale di Riccione si apprestano ad approvare è un Bilancio che ad ascoltarlo bene ci racconta tante cose interessanti. Al di là della scelta politica di far ricorso all’Imu e ad una sua pesantissima e complessa imposizione come unica risorsa per dare equilibrio delle entrate, (su cui ho già detto), mi sembra che ci siano alcuni aspetti che meritano una riflessione. Partiamo innanzitutto dalle caratteristiche generali. Il budget di gestione ordinaria, quello per intendersi della cosiddetta spesa corrente, del Comune di Riccione è all’incirca di 54 milioni di euro l’anno, che si prepara a subire nel futuro un ulteriore e forte decremento, come si sa. Di questi il 31% è riservato ai costi del personale, il 55% copre i costi dei servizi erogati da tre soli fornitori del Comune: Hera, Tram e Geat. Il restante 19%, di circa 10 milioni, dovrebbe bastare da solo a garantire tutte le spese correnti relativi ai servizi sociali, alle spese di manutenzione ordinaria, ai piccoli fornitori, alle risorse destinate alle competenze degli assessorati, etc.

Già qui emerge un dato alquanto singolare. Più della metà di quei 54 milioni di euro, sono destinati, insomma, a pagare i servizi di tre soli fornitori. Non so se sono cari ma di certo costano davvero troppo ai riccionesi. Ma andando più nel dettaglio, c’è un dato che manda segnali davvero preoccupanti. Provo a dirlo con parole semplici. Il comune di Riccione ha un debito regresso da incubo che come nelle migliori tradizioni, continua a salire. Una zavorra così pesante che non fa ben sperare per il futuro. Se si fanno due conti, quelli famosi della serva, si vede subito che la questione è di quelle che regalano e regaleranno notti insonni alla nuova Mrs.Bilancio. Contate bene. Il Comune è esposto attualmente, con il sistema creditizio per circa 65 milioni. Paga, per coprire questa esposizione, mutui per circa 4 milioni di euro l’anno. A questi 65 milioni, presto anzi molto presto si aggiungeranno i 27 milioni di debito che passeranno al Comune dalla Palaracccione spa, all’atto dello scorporo della società immobiliare da quella di gestione. Impegno che già è stato detto verrà affrontato con l’apertura di un nuovo mutuo ipotecario. Ma non basta, il comune di Riccione ha debiti regressi per mancati pagamenti nei confronti di Geat per altri 11 milioni di euro, a saldo della partita di giro di 8 milioni di euro che il Comune prestò a Geat per farle acquistare le sue quote di Hera, e stare dentro così agli indici del patto di stabilità che erano stati messi a rischio. Se fate la somma. 65+26+11 fa 107. Brivido e angoscia per chi verrà dopo il Nazareno. Che povero, non è che per la verità ha fatto tutto da solo. Anche se è responsabile come e quanto gli altri che lo hanno preceduto, visto che, per storia e militanza, all’interno di questo caravanserraglio della spesa facile ha sempre avuto ruolo e funzione.

Ma a farci bene una riflessione politica, si potrebbe soprattutto dire che questo è il risultato di quella lunga e straordinaria stagione di indebitamento pubblico che, il PCI prima e i suoi derivati poi, hanno avvallato, sostenuto e favorito. A questo quadro generale, si aggiunge una singolare particolarità. Abbiamo letto dalle dichiarazioni dell’Assessore HeidiVaro che il prossimo Bilancio potrà scontare una “variabile” che la stesura della bozza di bilancio ha già tenuto in forte considerazione. Sembra infatti che negli ultimi calcoli dei trasferimenti statali, ci sia un incongruenza rilevata dal Ministero dell’Economia, che potrebbe penalizzare il Comune di Riccione. In poche parole, nelle previsioni del Comune di Riccione, l’Imu dovrebbe portare nelle casse Comunali, circa 18 milioni, l’anno. Di questi però sembra che 6 siano “dovuti” allo Stato. Con estrema precauzione e solerzia, l’assessore HeidiVaro ha inserito nel Bilancio un fondo a riserva di pari importo. Per alimentarlo avrebbe disposto che ogni assessorato accantoni il 20% del proprio appannaggio, a questo scopo. Rivelando che solo alla prossima verifica di bilancio e dopo aver chiarito se questi 6 milioni debbano andare allo Stato, se ne potrà liberare il loro uso. In parole povero l’affascinante e biondissima Assessore, ha detto ai suoi colleghi: potete spendere solo l’80% dei soldi di vostra competenza. A giugno vedremo se posso scongelarvi il restante 20 %. Adesso seguitemi in questo strano ragionamento. Se lo Stato dirà di essersi sbagliato, allora LeleGobbi& Partners potranno dare sfogo alla loro incontinenza. Se invece lo Stato dirà ciccia. Allora delle due l’una. O gli assessorati taglieranno servizi sociali e spese di competenza oppure dovranno risparmiare, e molto, per garantire quello che hanno promesso. Ma voglio fare fino in fondo l’avvocato del diavolo. Ma se lo Stato obbligherà i muppets della Piadina in salsa Nazareno a rinunciare a quel 20% e se loro, per non rischiare di essere attaccati, figurativamente s’intende, allo stipite del portone del palazzo del Municipio, manterranno con il solo 80% dei fondi a loro destinati, inalterati servizi sociali e competenze, molto probabilmente lo faranno trovando modo e spazi per drastici tagli agli sprechi e alle diseconomie dei loro confusi bilancini di assessorato. Se mai sarà o così fosse, allora vorrà dire che ogni assessorato è, o meglio sarebbe, in grado, volendo, di “pulire” il proprio orticello del 20% di gramigna e di erbe velenose che lo infesta.

Che dite, sbaglio?

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