domenica 1 luglio 2012

Il colore dei fasti che furono


Il verde. Da sempre l'appellativo di Riccione, la perla dell'adriatico. O almeno lo é stato negli anni del suo massimo splendore. Un colore che negli ultimi decenni in pochi hanno usato sulla tavolozza mentre disegnavano e progettavano lo sviluppo di quella che era, ahimè oggi non lo é più, una delle più ambite mete per vacanze estive.
Il verde del Parco di Riccione, il Parco della Resistenza, voluto agli inizi degli anni ´70 dall'allora sindaco comunista Cenni. Ad oggi rimane l'unico progetto che dopo 40 anni ancora ha un significato positivo e mostra la validità di un'idea giusta: dotare di un parco pubblico la Perla Verde. Chi lo succederà non riuscirà mai a fare qualcosa di questa postata. Ricordiamo solamente tentativi meschini e vili come quello dell'esproprio dei parchi delle ville storiche di via delle Magnolie da parte della giunta Pierani. Di peggio faranno i sindaci cementisti Masini, Imola e Pironi, che lasceranno in eredità ai Riccionesi opere faraoniche inutilizzate e debiti colossali che con il verde non hanno nulla a che fare. Il classico errore da non fare quando si vuole tenere fede alla promessa del branding.
Alle sette di una domenica mattina di piena estate il parco "Robinson" (così viene da molti chiamato nonostante il motivo mi sia ignoto) mostra i segni del tempo, anni che hanno maturato il progetto e reso un parco maturo, finito,  bellissimo, con numerose essenze diverse, isole di pace e zone per la gioia di genitori e bambini. Stamattina é pressochè deserto, qualche joggers e poco più. A guardarlo bene necessiterebbe di qualche cura: i prati sono brulli, le aiuole da pareggiare, ma il prato dei calciatori é ben rasato. Peccato che non ci si dedichi qualche attenzione in più. É pur sempre una delle attrazioni della città, checché se ne dica. É invece tristemente constatiamo come oggi con la costruzione del playhall e prima del nuovo pattinodromo abbia perso numerosi metriquadri di prato e alberi, tanto da rendere la zona degli impianti onestamente un pó troppo congestionata. Il tutto per gratificare il costruttore con aree commerciali. Già, il cemento avanza e si mangia anche il verde de parco, simbolo della città e colore che ormai sulla tavolozza é finito, miscelato con grigi o altri colori metallici e inerti che ne hanno occupato lo spazio. E temo che nemmeno nel tubetto di verde ce ne sia rimasto tanto...

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